Da giovedì 29 settembre a sabato 1 ottobre debutta a Ischia Il Contastorie, un primo festival culturale che vuol mettere “in scena il testo”: è l’opera il punto centrale, intorno ad essa si muove o si muovono gli autori, gli attori, i musicisti che la interpretano; e secondo alcuni filoni diversi: il primo prende spunto da un oggetto-gioiello di Ischia, la coppa di Nestore, conservata a Villa Arbusto, per ripercorrere alcuni momenti o gesti essenziali della storia antica dell’isola, quelli vissuti durante il simposio, forma comunitaria di forte significato sociale, politico, culturale; in esso si beve vino puro o si mischia acqua a vino, si discute a tema, per esempio della forza dell’Eros, protagonista del dialogo platonico, testo fondamentale della teoria d’amore dell’Occidente. Ne parlerà Aldo Trione, seguito da Maria Luisa Catoni che traccia la storia del simposio attraverso le figure e le scene tramandate dalla ceramica classica. Il secondo filone chiama tre scrittori a parlare delle loro opere più recenti: Ruggero Cappuccio di Napoli brucia, l’apocalisse della città tormentata e offesa, su cui incombe la minaccia o l’estrema salvezza di una natura ordinatrice o giustiziera; Francesca Rigotti, filosofa, a parlare del rapporto tra creatività e maternità, partendo dall’esproprio linguistico che sempre è stato fatto da parte specialmente maschile (“Partorire…un’idea, generare un concetto…”); infine Isabella Bossi Fedrigotti, con Se la casa è vuota, si interroga sui rapporti tra le generazione, sulla solitudine in cui crescono oggi i figli.