Ha voglia Fabrizio Barca, il migliore dirigente che abbia il Partito Democratico soprattutto per quello che gli inglesi chiamano il “background” cioè la sua formazione culturale ed il suo impegno professionale che negli ultimi vent’anni ne ha fatto il più serio sostenitore delle politiche di coesione economica e sociale del Mezzogiorno, di andare in giro per l’Italia per “radicare sul territorio” il nuovo Partito Democratico anche con le sue coraggiose iniziative per sprigionare lo sviluppo locale come quella dei “Luoghi Ideali”. Sul territorio, sui territori, il Partito Democratico non esiste non ha né strutture – come un tempo erano le sezioni della DC, del PCI, del PSI, del PRI i partiti progenitori - e soprattutto non ha dirigenti validi, preparati, colti che i partiti progenitori mandavano gradualmente nelle Istituzioni prima nel piccolo consiglio comunale del paese, poi a quello della Provincia e poi alla Regione ed al Parlamento quando la maturità era completa o il talento precoce evidente. Il PD è lontanissimo dai problemi dei territori. Più è complesso il territorio più i “democratici” ne sono lontani.
La riflessione mi è venuta alla penna leggendo la cronaca ed i commenti del disegno di legge approvato al Senato per iniziativa del senatore Ciro Falanga di Forza Italia sostenuto dal senatore Domenico De Siano, ischitano e coordinatore della Campania del partito di Berlusconi, con il quale “si allontanano le ruspe per gli abusi edilizi di necessità” come per dichiarazione del sen. Falanga mentre il sen. De Siano afferma di stare “mantenendo gli impegni con l’elettorato. Abbiamo accolto il disagio delle famiglie. Non è un condono mascherato”.